Il Vangelo ci interroga: Giovanni 18,17-18 di Salvatore Ricciardi
15-04-2014 11:29 - Fede e spiritualità
«Pilato gli disse: Sei tu re? Gesù rispose: IO SONO RE, e per questo sono venuto nel mondo, per testimoniare della verità. Pilato gli disse: Che cosa è verità?»
La "domenica delle Palme" ricorda l´ingresso trionfale di Gesù in Gerusalemme, acclamato come il Messia finalmente venuto a restituire libertà e dignità al suo popolo oppresso dal giogo romano. Trionfo breve: gli umori della folla sono mutevoli, e gli "osanna", diventeranno presto dei "crocifiggilo!".
Affinché la pena capitale che gli sarà inflitta abbia una parvenza di legalità, bisogna in qualche modo processare l´imputato, ed ecco Gesù davanti al governatore Pilato, denunciato come sovvertitore dell´ordine stabilito e interessato a prendere il potere.
Gesù confessa la sua "colpa": IO SONO re. Ma precisa quale senso e quale contenuto intende dare al suo regno: testimoniare della verità. Pilato reagisce con una domanda che non vuole risposta: che cosa è verità?
L´uno di fronte all´altro, stanno due uomini diversamente potenti: un governatore, che rappresenta l´imperatore romano, e un sedicente re, che si dice testimone della verità.
Qui è il centro del passo... e l´interrogativo della nostra vita: che cosa è verità?
L´uomo che incarna il potere umano non vuole risposta alla domanda: per lui, la verità è quella che il potere fabbrica e fa credere. L´uomo che sta davanti a lui parla dell´unica verità vera: quella che viene da Dio, e penetra fino in fondo il cuore degli esseri umani, anche di quelli che occupano posizioni di potere.
Se, andando dietro a Gesù, ci facciamo testimoni della Verità, e ci diamo da fare per smascherare le verità di comodo... che qualche volta fanno comodo anche a noi, come singoli e come chiesa, la presenza di Dio nel mondo potrà essere più avvertita, e forse accolta.
Fonte: ChiesaValdese.org
La "domenica delle Palme" ricorda l´ingresso trionfale di Gesù in Gerusalemme, acclamato come il Messia finalmente venuto a restituire libertà e dignità al suo popolo oppresso dal giogo romano. Trionfo breve: gli umori della folla sono mutevoli, e gli "osanna", diventeranno presto dei "crocifiggilo!".
Affinché la pena capitale che gli sarà inflitta abbia una parvenza di legalità, bisogna in qualche modo processare l´imputato, ed ecco Gesù davanti al governatore Pilato, denunciato come sovvertitore dell´ordine stabilito e interessato a prendere il potere.
Gesù confessa la sua "colpa": IO SONO re. Ma precisa quale senso e quale contenuto intende dare al suo regno: testimoniare della verità. Pilato reagisce con una domanda che non vuole risposta: che cosa è verità?
L´uno di fronte all´altro, stanno due uomini diversamente potenti: un governatore, che rappresenta l´imperatore romano, e un sedicente re, che si dice testimone della verità.
Qui è il centro del passo... e l´interrogativo della nostra vita: che cosa è verità?
L´uomo che incarna il potere umano non vuole risposta alla domanda: per lui, la verità è quella che il potere fabbrica e fa credere. L´uomo che sta davanti a lui parla dell´unica verità vera: quella che viene da Dio, e penetra fino in fondo il cuore degli esseri umani, anche di quelli che occupano posizioni di potere.
Se, andando dietro a Gesù, ci facciamo testimoni della Verità, e ci diamo da fare per smascherare le verità di comodo... che qualche volta fanno comodo anche a noi, come singoli e come chiesa, la presenza di Dio nel mondo potrà essere più avvertita, e forse accolta.
Fonte: ChiesaValdese.org