Il Comune stoppa la moschea voluta da cattolici e valdesi
11-08-2017 08:23 - News
Il capannone che diventerà moschea ha il portone sbarrato. E la signora Albertina Tron, che abita proprio lì accanto, poco dopo l´ora di pranzo spazza la scala e sorride: «Beh, meglio avere una moschea vicino che un fabbro che adopera il flessibile e il trapano tutto il giorno. Almeno loro pregano e si ritrovano una sola volta la settimana. Speriamo soltanto che non cantino toppo forte».
Fonte: lastampa.it
Sorride la signora Tron e ancora non sa che i lavori al futuro Centro islamico - con moschea, scuola coranica e casa dell´imam - sono fermi. «Ragioni di carattere burocratico» dice l´assessore all´urbanistica Giulia Proietti. «Non è che a me interessino molto, ma i tecnici mi hanno detto che mancavano dei documenti e per me va bene così. Io nella polemica della Lega non voglio entrarci».
L´AFFONDO DEL CARROCCIO
Già, la polemica della Lega. È partito tutto da una frase - decisamente fuori luogo - scritta sui social dal leghista Gualtiero Caffaratto. Qualcosa del tipo: «Piuttosto che una moschea andiamo a far passeggiare i maiali lì davanti». Oggi dice che è una battuta. In un´intervista aveva detto che la sua era una frase scritta come privato cittadino sul proprio profilo Facebook. Ma sta di fatto che lui siede in Consiglio comunale e la questione è diventata subito oggetto di dibattito. Perché la ecumenicissima Pinerolo, la patria dei Valdesi, che convivono da secoli accanto ai cattolici non poteva certo dire no all´arrivo di un luogo di culto di un´altra religione. Impossibile.
IL PASTORE VALDESE
«Questo è un territorio simbolo della libertà, qui si accolgono tutti. L´ecumenismo è la base del vivere civile» commenta Gianni Genre, pastore della chiesa valdese di Pinerolo. Ispiratrice e realizzatrice di un documento sui matrimoni misti, quando ancora la questione era guardata storto anche dai cattolici. E che nel tempo è stato accettato in toto. «I musulmani hanno diritto ad avere un luogo dove trovarsi e pregare» insiste Genre. Dubbi? «Io spero vivamente che il Comune non faccia retromarcia su questo tema: sarebbe gravissimo». Che sono, più o meno le cose che dice anche monsignor Pier Giorgio Debernardi, il vescovo di Pinerolo: «Ogni espressione religiosa degna di questo nome deve avere uno spazio ove poter pubblicamente manifestare la propria fede. Non dimentichiamo che la costruzione di un luogo di culto è la condizione per l´esercizio della libertà religiosa».
TANTI CULTI
E le sue non sono soltanto parole. Per dire: alla Comunità Ortodossa monsignor Debernardi ha donato una chiesa, quella di Santo Stefano il Grande, che è stata messa a posto e oggi accoglie circa mille fedeli. Mentre i testimoni di Geova si sono costruiti un loro tempio. Per non parlare della Chiesa evangelica delle assemblee di Dio, pentecostali che in queste vallate contano più o meno 200 o 300 fedeli. Ma sta di fatto che i lavori adesso hanno subito uno stop. Caffaratto non parla più. Ma è stato lui - sollevando in Consiglio le questioni legate alla effettiva mancanza di documenti per l´autoriuzzazione edilizia - ad aver indicato la strada dello «stop momentaneo». «Vigileremo perchè tutto venga fatto secondo le norme» commenta la Lega in tarda serata. «Ma il Comune non ha fatto retromarcia su nulla: è un progetto che condividiamo e che supportiamo. Appena arrivano le carte necessarie si riparte» dice dalle vacanze il sindaco Luca Salvai.
Benissimo, la tradizione dell´accoglienza religiosa di Pinerolo è salva. Dopo Ferragosto inizia il Sinodo dei Valdesi. Arriveranno fedeli e osservatori di altre religioni da tutto il Paese. Si parlerà di crisi, integrazione, migranti. Una battuta sui social non poteva rovinare tutto questo.
ANTONIO GIAIMO LODOVICO POLETTO
TORINO
Fonte: lastampa.it