Essere chiesa insieme, processo dinamico non privo di criticità
26-08-2017 12:16 - Sinodo
Tra i temi in discussione al Sinodo delle chiese metodiste e valdesi in corso a Torre Pellice (To), il progetto che promuove l´integrazione culturale
Fonte: Riforma.it
All´ordine del giorno dei lavori sinodali in corso in questi giorni a Torre Pellice è stato posto in discussione anche il tema «Essere chiesa insieme» (ECI), progetto inteso a promuovere l´integrazione in una chiesa composta da nativi italiani e da persone provenienti da altri continenti.
Ormai la presenza e il coinvolgimento di immigrati nella vita e nelle attività delle chiese valdesi e metodiste è un dato acquisito. Secondo la ricerca Jerry Masslo (ed. Claudiana 2014) e alcune rilevazioni della Tavola valdese, il 15-20% della popolazione che frequenta le chiese metodiste e valdesi (concentrate soprattutto nel triangolo che partendo da Bologna comprende tutto il Nord Est) è costituito da immigrati. Fratelli e sorelle provenienti da paesi lontani sono ben inseriti nelle attività delle chiese; i percorsi di formazione interculturale LINFA promossi dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia hanno finora registrato livelli di adesione incoraggianti; a livello giovanile, la Federazione giovanile evangelica in Italia (Fgei) si conferma essere un luogo privilegiato in cui sperimentare l´integrazione culturale; infine, il Master interculturale promosso dalla Facoltà valdese di teologia ha avuto con un incoraggiante numero di partecipanti. Dunque, il cammino fin qui compiuto è incoraggiante, ma il percorso da fare è ancora lungo e vive alti e bassi.
Tale complessità sta nel fatto che Essere chiesa insieme più che un traguardo è «una dinamica» – per riprendere la relazione preparata dalla Tavola valdese –, che implica un cambiamento, richiede la capacità di mettere in discussione anche tradizioni ben consolidate e radicate. Non sempre si è disposti a questo, soprattutto quando nello scambio reciproco c´è chi pensa di non dover imparare nulla dall´altro. Diversi interventi nel corso della discussione sinodale hanno richiamato gli errori generati anche nelle chiese da una cultura – quella occidentale, europea – che si percepiva dominante. E qualcuno si è provocatoriamente chiesto se tale atteggiamento di superiorità verso chi appartiene ad una cultura diversa dalla propria sia veramente scomparso, e se le chiese valdesi e metodiste con una tradizione, una storia, una teologia, un´ecclesiologia solide alle spalle siano disposte a mettersi in discussione, ad imparare dagli altri, e a cambiare nel profondo.
In questi ultimi anni il contesto conflittuale più esplicito è stato la discussione su alcuni temi etici (l´omosessualità, le benedizioni delle coppie dello stesso sesso, la famiglia), ma col tempo si sono evidenziate altre criticità che riguardano l´ecclesiologia: leadership parallele, casse diverse da quella comunitaria, programmi giovanili «separati» da quelli promossi dalle chiese o dalla Fgei. Per proseguire il cammino dell´integrazione, ed evitare che si verifichino percorsi separati o marginalizzazioni, è stata ribadita la necessità di affrontare a viso aperto i nodi problematici, dando voce alle diverse posizioni e valorizzando lo specifico contributo delle sorelle e dei fratelli immigrati, nella consapevolezza che l´interculturalità nelle chiese è una sfida importante da cui dipende il futuro delle chiese.
Fonte: Riforma.it